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CONTENZIOSO BANCARIO: la Cassazione dichiara nulli i derivati quando pattuiti senza la piena consapevolezza del cliente

Importantissima la recente pronuncia emessa a Sezioni Unite dalla Corte di Cassazione civile con sentenza n. 8770/2020 mediante la quale veniva dichiarata l'inefficacia del contratto derivato, stipulato tra un Ente locale e la Banca, stante la violazione da parte di quest'ultima degli obblighi informativi e tale, quindi, da determinare la nullità del contratto per mancanza della causa quale elemento essenziale del contratto medesimo.

 

Ma vediamo meglio in cosa consiste la violazione posta in essere dalla Banca.

 

I contratti derivati sono, in linea teorica, strumenti finanziari che le Banche vendono ai propri clienti  al fine di tutelarsi dal rischio del rialzo dei tassi di interesse applicati ad un mutuo ovvero ad un contratto di leasing. Il più diffuso tra essi è il c.d. Interest rate swap (o IRS).

 

Questo tipo di contratti dovrebbe, in estrema sintesi, produrre l'effetto di trasformare il mutuo o il leasing variabile a tasso fisso, risultando, quindi, più vantaggioso per il contraente, specie quando si ha un costante aumento dei tassi di interesse.

 

Nella realtà, tuttavia, accade esattamente il contrario, ovvero lo strumento finanziario si trasforma in una perdita per il cliente e, consequenzialmente, in un vantaggio per la Banca.

 

Il derivato si rileva molto spesso inidoneo ad assolvere alla propria finalità di copertura preposta, talvolta a causa del calo dei tassi e altre volte poiché stipulato in maniera sconveniente ab origine.

 

Si sono generati numerosi contenziosi volti a far dichiarare l'assimetria informativa che si determinerebbe nel momento in cui alla stipula del contratto la Banca omette di rendere edotto il cliente circa tutte le conseguenze economiche che il derivato è "probabilmente" destinato a determinare in futuro.

 

Premesso che non esiste tuttora un orientamento univoco della giuripsrudenza sull'argomento, appare di estrema importanza la sopra citata sentenza delle Sezioni Unite, data l'autorevolezza e la sua funzione nomofilattica. 

 

Per la Suprema Corte il concetto di incertezza (ovvero alea razionale), che caratterizza i contratti derivati, implica e necessita che gli scenari probabilistici debbano essere conosciuti, compresi ed accettati da entrambe le parti ex ante (ovvero prima della stipula contrattuale).

 

E' evidente che la Banca, la quale predispone e vende il prodotto, è sicuramente a conoscenza degli scenari probabilistici derivanti dal medesimo, potendosi peraltro avvalere di modelli di simulazione matematico-finanziari. Al contrario, il cliente che non viene messo nelle condizioni di poter comprendere integralemente tali scenari, finisce per accettare un'alea contrattuale senza consapevolezza. E sarebbe proprio l'icapacità di assumere una scelta razionale che renderebbe invalido il contratto.

 

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