Importante la recentissima sentenza della Corte di Cassazione (n. 23852/2020) con cui veniva confermata la riduzione del debito bancario di oltre 1/4 in favore di una società e dei suoi fideiussori.
La Banca aveva agito, originariamente, contro il proprio cliente per ottenere la restituzione di circa 1.600.000 Euro in virtù di un contratto di finanziamento.
L'impresa si difendeva in giudizio affermando che il contratto risultava viziato dall'applicazione di interessi illegittimi e, pertanto, chiedeva il ricalcolo del rapporto dare-avere sulla base della documentazione allegata.
Il Giudice del grado di appello, rideterminava la somma dovuta alla Banca nel minor importo pari a circa 380.000 Euro, ben quattro volte inferiore rispetto a quanto domandato dall'Istituto di credito.
La Banca ricorreva, poi, in Cassazione, ma senza successo.
La Suprema Corte, infatti, evidenziava come quest'ultima non avesse correttamente provato il proprio credito, avendo, peraltro, omesso di allegare tutti gli estratti conto, e come, secondo la giurisprudenza, si debba rispettare il principio secondo cui "la proposizione in giudizio di contrapposte domande da parte della Banca e del correntista impone a entrambi l'onere di provare le operazioni dalle quali originerebbe il saldo".
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