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DIRITTO SUCCESSORIO - ACCETTAZIONE EREDITA' : il pagamento di un debito da parte del chiamato erede può determinare l'accettazione tacita dell'eredità?

L'accettazione dell'eredità non richiede necessariamente una dichiarazione espressa e formale ma può avvenire anche implicitamente, con un comportamento di gestione del patrimonio del de cuius che risulta incompatibile con la volontà di rinunciare all'eredità.

 

Ma il pagamento di un debito da parte del chiamato all'eredità come deve essere considerato?
Se egli, ad esempio, effettua il pagamento di una multa intestata al de cuius varrà come accettazione tacita dell'eredità?

 

Ebbene secondo la Corte di Cassazione, sentenza n. 20878 del 30 Settembre 2020, in simili casi, un tale pagamento non può essere ritenuto accettazione tacita dell'eredità, trattandosi di atto meramente conservativo, ovvero volto unicamente a preservare il patrimonio.

Non implica, quindi alcuna intenzione, da parte del soggetto che agisce di assumere la qualità di erede.

 

La Suprema Corte specifica: "il pagamento di un debito del de cuius - che il chiamato all'eredità effettui con denaro proprio - non è un atto dispositivo e comunque suscettibile di intaccare la consistenza dell'asse ereditario".

 

Pertanto, per aversi accettazione tacita dell'eredità, si dovranno avverare due condizioni: da un lato dovrà esistere l'implicita volontà da parte del chiamato all'eredità di accettarla, dall'altro che l'azione intrapresa sia un atto che lo stesso non avrebbe diritto di porre in essere, se non nella qualità di erede.

 

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