Nel nostro ordinamento vige una presunzione di legge per cui quando un testamento, dopo la morte del de cuius, scompare e non viene più ritrovato, si presume che sia stato distrutto o revocato dal testatore medesimo.
Sulla base di questo principio i Giudici hanno con diverse sentenze stabilito che l'irreperibilità di un testamento è equiparabile alla sua distruzione, anche se viene provato tramite esibizione di una copia che questo testamento esisteva prima della morte del de cuius (si veda la recente Cassazione civile sentenza n. 22191 del 14 ottobre 2020).
Resta ferma, in ogni caso, la possibilità per l'erede, ovvero per chi vi abbia interesse, di dimostrare che il testamento veniva distrutto da una persona diversa dal testatore (ad esempio da parte di un erede insoddisfatto) oppure che andava perduto per caso fortuito (ad esempio a causa di un incendio).
O ancora sarà possibile dimostrare che il testatore, nonostante avesse distrutto il testamento in originale, non aveva cambiato idea rispetto alle sue ultime volontà e, pertanto, non aveva inteso revocarlo.
La prova di tutte queste circostanze potrà essere offerta con qualsiasi mezzo, quindi, ad esempio, anche tramite testimoni, video o audio registrazioni.
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