Accade non di rado che i nostri clienti si rivolgano allo Studio per impugnare un testamento che ritengono falso.
All'apertura della successione di un familiare può sorgere il sospetto che l'atto di ultime volontà lasciato dal de cuius non sia stato veramente scritto da lui oppure che sia stato modificato da un'altra persona per la presenza di una grafia diversa.
In questi casi occorre avviare una causa in Tribunale e proporre al Giudice una domanda di accertamento sulla provenienza della scrittura.
E' bene ricordare che l'azione di annullamento del testamento deve essere attivata entro 5 anni dall'apertura della successione.
Altro dato importante è il principio per cui grava sul richiedente l'onere della prova di falsità del testamento.
Ciò significa che, già nel momento in cui viene instaurata la causa, si dovranno allegare tutte le prove su cui si fonda la richiesta di annullamento.
Ma in cosa consistono queste prove?
Per dimostrare che il testamento non veniva effettivamente redatto o sottoscritto dal de cuius sarà possibile provare che quest'ultimo, alla data di sottoscrizione, era stato colpito da infermità ovvero da incapacità di intendere e volere.
Altre volte sarà, invece, necessario allegare una perizia calligrafica ovvero un documento redatto da un esperto grafologo in grado di verificare l'autenticità del testamento mettendo a confronto lo stesso con altri documenti redatti dal testatore.
Nel corso della causa sarà nominato dal Giudice un CTU ovvero un esperto diverso da quello scelto dalle parti, il quale esaminati tutti documenti comprese le perizie di parte, svolgerà un proprio elaborato tecnico.
Per maggiori informazioni e chiarimenti lo Studio legale è a tua disposizione.
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